martedì 28 febbraio 2017

Tutti vogliono uscire dall'Europa, ma le produzioni dei media saranno sempre più transnazionali

Un aggettivo per l'appena finito 2016? Paradossale! Sì, è stato un anno paradossale. A livello internazionale si è assistito al dilagare del pensiero anti-sistema e anti-globalizzazione, con il risultato che nel business dei media la globalizzazione ha subito un'accelerazione senza precedenti. E' possibile che nel 2017, per esempio, molte aziende britanniche avranno una proprietà straniera e, quasi certamente, Mediaset diventerà, in tutto o in parte, francese. Tutto questo accade mentre l'Europa si confronta con rinati sentimenti nazionalistici e i desideri di muri di separazione continuano a raccogliere consensi. E' pur vero che i sentimenti quali la paura alimentano queste reazioni e, certamente, il clima di insicurezza dettato dal terrorismo internazionale non aiuta. Ma la cosa che stupisce è che sia l'industria della comunicazione e dei media a mantenersi vivacemente transnazionale, in un'Europa ancora profondamente separata dalle lingue e dalle diverse storie culturali. Tuttavia, in Italia, non appena Renzi si è dimesso a seguito della sconfitta nel referendum, il grido di vittoria più energico è arrivato dal Movimento Cinque Stelle, anti europeista e "tifoso" della politica di Trump. Questo risultato ha spronato Fox a tentare un assalto su Sky (entrambe di proprietà di Murdoch) approfittando di un calo del valore delle azioni di quest'ultima.  Nella stessa settimana, Bolloré ha accelerato la "scalata ostile" su Mediaset. C'è da dire che la vera svolta in Italia sarebbe l'acquisizione di Mediaset da parte di Vivendì, che permetterebbe a Bollorè di espandersi nel sud Europa, creando il primo gigante della comunicazione al pari dei colossi USA. Mediaset ha perso una montagna di soldi sulla pay-tv, costringendola a tagliare i budget anche sui canali del digitale terrestre (i cosiddetti free-to-air). Il mercato televisivo italiano è il terzo in Europa, dopo il Regno Unito e la Germania, e Mediaset ha circa il 58% di tale mercato. Ma, da tempo, ha un atteggiamento passivo e rinunciatario che non stimola la creatività e lo sviluppo. Mentre Sky Italia ha fatto passi da gigante grazie a produzioni come Gomorra e il giovane Papa, Mediaset si ripete da anni e non riesce ad uscire dallo schema del reality. Sky Italia, a detta degli esperti, è la realtà più creativa ed intelligente del continente, Mediaset è il perfetto contrario. Ma se Mediaset passasse ai francesi, che conseguenze ci sarebbero nella politica italiana?  Molte e lo sa bene il Partito Democratico che ha bisogno dell'appoggio di Berlusconi al senato. Questo spiega l'alzata di scudi trans-partitica sulla scalata a Mediaset, cui ha fatto seguito la magistratura che ha rinforzato il "catenaccio" all'italiana contro Vivendì. Insomma, politica e business dei media seguono tendenze contrapposte: da un lato cresce il "rifiuto" dell'Europa (Brexit, Le Pen, Grillo, Salvini, l'olandese Geert Wilders, Frauke Petry in Germania, ecc.), dall'altro il controllo dell'intrattenimento e dell'informazione sarà sempre più europeo. Mi sa che dopo il paradosso del 2016 ci dovremo aspettare un 2017 ancora più paradossale.

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