lunedì 19 settembre 2016

Basta con il mito del manager eroe!

I tempi del leader eroico sono finiti. Caricarsi sulle spalle le aziende, i loro problemi e le persone che le compongono è un'operazione inverosimile e, pertanto, disperata e dannosa. E' un'attitudine che in passato ha appagato l'ego di molti manager e imprenditori, spesso a spese delle aziende che dirigevano. Nel 2010 R. Scott Rodin ha pubblicato un libro ("The Steward Leader: Transforming People, Organizations and Communities"), nel quale, pur mescolando teologia e business, ha ridisegnato  i nuovi paradigmi della leadership aziendale. La leadership è diventata servizio, ovvero focalizzazione sugli altri per la loro valorizzazione. Il leader non può e non deve limitarsi a rispondere per sé, ma deve essere misurato per i risultati che l'organizzazione che guida è in grado di portare. Viversi e farsi vivere come indispensabili indebolisce le capacità di chi ci circonda e, quindi, indebolisce la struttura che vogliamo portare al successo. Frasi del tipo "ok, ho capito, ci devo pensare io!" oppure "ci penso e poi vi faccio sapere" azzerano in un secondo qualsiasi possibilità per i componenti del team di "scavare" tra i loro pensieri per concepire soluzioni alternative. Quindi, la parola magica è servizio e il primo passo è la (ri)distribuzione del potere a tutti i livelli. Molti executives e imprenditori avvertono un senso d'impoverimento e di perdita di prestigio, anzi, hanno la netta sensazione di "essere tagliati fuori" dalle dinamiche aziendali e diventano più insicuri e instabili. Eppure, è vero proprio il contrario. Incontrando i propri collaboratori e ascoltando i loro problemi, si diventa le loro insostituibili guide. Offrire la propria collaborazione significa essere al loro fianco proprio quando devono realizzare i loro risultati. Ecco l'idea di servizio (Steward Leadership), guidare gli altri ed essere decisivi per il loro successo. Certo, questo modello di leadership richiede alcune qualità e di seguito le vediamo.
  1. Padronanza di se stessi. La leadership di servizio richiede grande sicurezza nei propri mezzi professionali e personali. Se si è insicuri delle proprie competenze o malcerti sulle proprie attitudini è bene cominciare a lavorare prima su se stessi.
  2. Una forte vision personale. Chiarezza sulla visione complessiva degli obiettivi di medio lungo termine personali e aziendali. 
  3. Mentoring. Bisogna abituarsi a dedicare grande attenzione alle necessità degli altri e lavorare per la loro crescita personale e professionale.
  4. Dare valore alla diversità. Il concetto di diversità è molto generico, in questa sede mi riferisco alla diversità antropologica e culturale. Aprirsi alla diversità consente un arricchimento delle prospettive e, conseguentemente, un assortimento di soluzioni possibili molto più ampio.
  5. Coraggio. La leadership di servizio richiede coraggio e propensione al rischio. Ampliare le proprie capacità ricettive può significare esplorare soluzioni meno collaudate e confortevoli.
  6. Portare risultati. E' bene non dimenticare che, comunque, stiamo parlando di leadership aziendale. Quindi, il leader di servizio guida e sostiene i propri collaboratori nella direzione dei risultati attesi. L'aspetto del servizio si inserisce nel valorizzare al massimo i singoli apporti, limitandosi ad auto attribuirsi il merito di aver sostenuto e aiutato gli attori del successo. Al contrario, in caso d'insuccesso, un leader di servizio tende a includersi e ad includere tutti nella rivisitazione delle modalità strategiche ed operative dell'azienda. 
Per riprendere il tema iniziale, c'è molto più eroismo nel modificare la propria prospettiva complessiva, che nel continuare a ripetere "se non ci fossi io....". Quindi, chiuderei con: "caro Superman bye bye!"

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