I tempi sono
incerti, quindi bisogna saper perdonare gli errori che i C-Level Executives
hanno commesso (e commetteranno) in fase di programmazione. D'altra parte, tutti
sbagliano le previsioni. Tutti i sondaggisti avevano scommesso sulla permanenza
della Gran Bretagna nell'Unione Europea, e invece….. Per non parlare
dell'elezione di Trump! Quindi sbagliare
è umano e, di questo passo, si diventerà meno severi anche con chi persevera. Prendiamo
l'industria del lusso. L'incertezza è la regola. L'esperienza del piacere del
possesso di un bene di lusso sarà sempre più transitoria. I nuovi consumatori
del lusso saranno sempre più imprevedibili. Il lusso, da valore effimero,
diventerà prodotto effimero. Si consumeranno cibi pregiati, si faranno viaggi lussuosi
e si cercheranno, sempre più, esperienze esclusive, ma con un grado d'infedeltà
ai marchi mai visto prima. Il consumismo passerà dall'usa e getta del prodotto,
all'usa e getta dell'esperienza. Insomma, potrebbe non essere più necessario
comprare un oggetto di lusso, basterà noleggiarlo. In questo la tecnologia
giocherà un ruolo fondamentale. Ordineremo il nostro lussuoso abito la mattina
e il pomeriggio ce lo consegneranno in tempo per l'evento della sera. Nel 2017
il tempo potrebbe essere la nuova dimensione del lusso e del suo relativo
impiego. Aziende come Burberry e Tommy Hilfiger sono già attrezzate per
rispondere alla domanda immediata susseguente ad una sfilata. Insomma, l'ho
visto e lo voglio, adesso. Francamente, esistono non pochi dubbi sull'efficacia
economica e finanziaria del modello, ma il mercato va in quella direzione e
bisogna studiare soluzioni che incontrino questo scenario. D'altra parte, molti
gruppi del lusso hanno già attivato la comunicazione diretta e personale (non
ancora personalizzata) e la sviluppano attraverso gli stessi social che si
usano nella quotidianità: WhatsApp, Facebook Messenger, Snapchat, ecc. Il 2017
imporrà agli operatori del settore riflessioni molto serie e ragionate su come
non incorrere (nuovamente) nella tempesta già vista nel 2016. I grandi
operatori economici sembrano ottimisti e segnalano il 2018 (anno sufficientemente lontano) come l'anno della svolta positiva (vedi quanto detto all'inizio sulle
previsioni…). Sarà, ma a noi sembra che il tema sia sociale e politico e che se
si vuole vedere una ripresa autentica, si dovrà lavorare anche (e soprattutto)
sulle ricadute sociali che il business comporta. Questo significa innovazione, ossia
produrre e vendere con criteri e metodi sostenibili. Per il mercato del
lusso si tratta di una grande opportunità. Spesso in tale mercato si adoperano
materie prime rare ed un loro utilizzo
coscienzioso potrebbe esaltare il ruolo sociale dell'industria specifica. Basta
aprire decine di stores con relativi costi e posti di lavoro precari. Meglio
lavorare sul digitale e consolidare il proprio posizionamento sul mercato,
stabilendo un corretto livello di solidità finanziaria. La responsabilità
sociale dell'azienda è un lusso che l'industria del lusso deve potersi
permettere.
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