sabato 11 febbraio 2017

Il lusso dell'industria del lusso

I tempi sono incerti, quindi bisogna saper perdonare gli errori che i C-Level Executives hanno commesso (e commetteranno) in fase di programmazione. D'altra parte, tutti sbagliano le previsioni. Tutti i sondaggisti avevano scommesso sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea, e invece….. Per non parlare dell'elezione di Trump!  Quindi sbagliare è umano e, di questo passo, si diventerà meno severi anche con chi persevera. Prendiamo l'industria del lusso. L'incertezza è la regola. L'esperienza del piacere del possesso di un bene di lusso sarà sempre più transitoria. I nuovi consumatori del lusso saranno sempre più imprevedibili. Il lusso, da valore effimero, diventerà prodotto effimero. Si consumeranno cibi pregiati, si faranno viaggi lussuosi e si cercheranno, sempre più, esperienze esclusive, ma con un grado d'infedeltà ai marchi mai visto prima. Il consumismo passerà dall'usa e getta del prodotto, all'usa e getta dell'esperienza. Insomma, potrebbe non essere più necessario comprare un oggetto di lusso, basterà noleggiarlo. In questo la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale. Ordineremo il nostro lussuoso abito la mattina e il pomeriggio ce lo consegneranno in tempo per l'evento della sera. Nel 2017 il tempo potrebbe essere la nuova dimensione del lusso e del suo relativo impiego. Aziende come Burberry e Tommy Hilfiger sono già attrezzate per rispondere alla domanda immediata susseguente ad una sfilata. Insomma, l'ho visto e lo voglio, adesso. Francamente, esistono non pochi dubbi sull'efficacia economica e finanziaria del modello, ma il mercato va in quella direzione e bisogna studiare soluzioni che incontrino questo scenario. D'altra parte, molti gruppi del lusso hanno già attivato la comunicazione diretta e personale (non ancora personalizzata) e la sviluppano attraverso gli stessi social che si usano nella quotidianità: WhatsApp, Facebook Messenger, Snapchat, ecc. Il 2017 imporrà agli operatori del settore riflessioni molto serie e ragionate su come non incorrere (nuovamente) nella tempesta già vista nel 2016. I grandi operatori economici sembrano ottimisti e segnalano il 2018 (anno sufficientemente lontano) come l'anno della svolta positiva (vedi quanto detto all'inizio sulle previsioni…). Sarà, ma a noi sembra che il tema sia sociale e politico e che se si vuole vedere una ripresa autentica, si dovrà lavorare anche (e soprattutto) sulle ricadute sociali che il business comporta. Questo significa innovazione, ossia produrre e vendere con criteri e metodi sostenibili.  Per il mercato del lusso si tratta di una grande opportunità. Spesso in tale mercato si adoperano materie prime rare  ed un loro utilizzo coscienzioso potrebbe esaltare il ruolo sociale dell'industria specifica. Basta aprire decine di stores con relativi costi e posti di lavoro precari. Meglio lavorare sul digitale e consolidare il proprio posizionamento sul mercato, stabilendo un corretto livello di solidità finanziaria. La responsabilità sociale dell'azienda è un lusso che l'industria del lusso deve potersi permettere.

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