mercoledì 23 settembre 2015

Qualche opportuna riflessione sull' Executive Coaching

 Il coaching è tema caldo! Se prima si diceva: "sei messo male, se hai bisogno di un coach!!", oggi si dice: " e chi sarai mai per avere un coach personale!!". Insomma, è diventato uno status symbol. Persino Obama ha il suo coach, tale David Axerold, Chief Strategist della campagna elettorale e oggi suo personal advisor. Atleti, imprenditori, manager, personaggi dello spettacolo, tutti (o quasi) si affidano ad una persona con la quale si confrontano per prendere decisioni e dalla quale ottengono indicazioni sulle modalità interpretative del ruolo che ricoprono. Si tratta di un'élite che fa uso di qualcosa paragonabile ad un farmaco che, per i possibili effetti collaterali e le possibili interazioni, andrebbe prescritto solo su ricetta medica. Sì, perché il coach è persona che si fa pagare (fortunatamente) e, quindi, ha senso solo se i consigli che prodiga vengono seguiti. Ma come si stabilisce chi ha i "titoli" per fare il coach? Per esempio, uno psicologo che provenga dal mondo delle risorse umane, è la persona più adatta ad affiancare un top manager? Oppure, è preferibile un consulente di "mestiere", magari ex manager? Parlando di leadership, i comportamenti di un manager possono essere isolati rispetto alle competenze necessarie per la gestione operativa dell'azienda? E quest'ultime competenze, se accresciute, favoriscono una crescita complessiva del soggetto anche in termini di leadership? Io, ovviamente, ho le mie risposte alle precedenti domande, ma in quest'articolo mi limito a suggerire qualche riflessione che un imprenditore o un manager dovrebbero fare per non sbagliare (troppo).

Che valore porta un coach e che potenzialità libera nella mia azienda? 

Parliamoci chiaro, se l' Executive Coaching è fatto bene è costoso e richiede tempo. Dovrebbe essere riservato alle persone che sono fondamentali per il successo dell'organizzazione. In generale, questo include tutti coloro che operano al cosiddetto C level, dal CEO, al CFO, a tutti i direttori di funzione o Business Unit. Ma quanto è costoso un Executive Coaching e quanto tempo richiede? Anche se esistono grandi differenze di costo in base a molte (troppe) variabili, per un C level coach preparatevi a pagare quello che si paga per il vostro miglior avvocato. Se questo vi sembra eccessivo, considerate che un coach deve avere l'esperienza e le competenze necessarie per cogliere rapidamente la situazione dell'Executive, deve formulare ipotesi e portare sul tavolo idee nuove, credibili e concrete. E data l'influenza che un coach può avere sulle decisioni e le azioni di un dirigente nel corso di un impegno tipico di 6/12 mesi, scegliere un coach "in saldo" può rivelarsi un errore fatale.

Qual è la sfida che state affrontando proprio ora?
Un Executive coach è un professionista esperto di relazioni, organizzazione e di cambiamento comportamentale, il tutto inquadrato in un contesto aziendale.  La precisazione finale è fondamentale, in quanto chiarisce che senza le opportune competenze aziendali NON è possibile affiancare un manager o un imprenditore. Quando un CEO sta lavorando per imparare a gestire al meglio se stesso, coinvolgere gli altri, ecc., ha bisogno di qualcuno che sappia aiutarlo calandosi nella sua dimensione quotidiana. La dimensione quotidiana, cioè operativa, è fatta di problemi concreti (lettura dei numeri, scelte commerciali, scelte organizzative, gestione del Management Team, ecc.) che devono essere affrontati mentre si sta lavorando su se stessi per affinare la propria leadership. Chiunque pretenda di isolare questi aspetti, presentando i "temi della persona" come temi "altri" rispetto a quelli aziendali, deve dedicarsi ai soggetti in quanto tali e non in quanto manager o imprenditori. In sostanza, faccia una professione più in linea con le sue competenze e non improvvisi. Quindi, avete inquadrato esattamente qual è la sfida che state affrontando proprio adesso? Bene, adesso sapete su cosa misurare il vostro interlocutore: deve essere capace di sedere al vostro tavolo e aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi, parlando la vostra lingua.

Quanta voglia avete di lavorare con un coach?
Per cambiare bisogna essere determinati. La vostra motivazione a lanciarvi sfide deve essere autentica. Se non siete i primi a credere nella vostra crescita, perderete tempo e soldi. Il coaching non funziona su persone che lo subiscono o lo accettano sotto pressione. Gli anglosassoni definiscono "coachability" la misura in cui la persona si rende disponibile a lavorare con un coach. I miglioramenti sono il carburante del vostro entusiasmo. Imparate ad essere realistici e a conoscere le vostre resistenze e le vostre debolezze. Il segreto per migliorare se stessi è imparare dagli altri, ma fare a proprio modo!

Ci sono persone chiave dell'organizzazione pronte a sostenere i vostri sforzi per crescere e cambiare? 
Cambiare il proprio modo di pensare e di agire è difficile, anche quando si gode del supporto di altri. Ma se i vostri capi sono scettici, indifferenti o, addirittura, ostili ai cambiamenti che state cercando di fare, le cose diventano esponenzialmente più difficili. il coaching funziona quando i vostri capi vi sostengono nel percorso di crescita. Dev'essere una sfida che vincete anche grazie a loro, non nonostante loro. Avrete bisogno di tailwinds non di venti contrari. Quando le condizioni sono quelle corrette, l' Executive Coaching è il miglior investimento che possiate fare.

Queste sono le riflessioni che vi propongo, fatene tesoro. Sono quattro interrogativi molto semplici, ma vi aiuteranno a porvi i giusti obiettivi e a scegliere il miglior compagno di viaggio.