mercoledì 6 maggio 2015

E' un leader: mettetegli la camicia di forza!

Vorrei introdurre il tema sulla leadership partendo dallo studio del dr. Nassir Ghaemi. Immagino che a molti sia sconosciuto, eppure questo signore sta riscrivendo il concetto di leadership. Il dr. Nassir gestisce il programma sui disturbi dell'umore al Tufts Medical Center di Boston e nel 2011 ha pubblicato il libro: "First Rate Madness: Uncovering the Links Between Leadership and Mental Ilness. Lo studio è molto interessante e porta casi estremamente significativi trattando di personaggi quali Lincoln, Churchill, Gandhi, Martin Luther King Jr. e JFK. Insomma, un vero leader ha seri problemi mentali. Anzi, l'ordine logico va modificato. Solo chi ha seri disturbi mentali può essere un vero leader. Ovviamente, non tutte le persone affette da disturbi mentali sono leader. Questo ricordiamocelo quando andiamo a votare. Tornando a noi, cosa caratterizza un leader? E' un visionario. E' una persona che crea un modello di futuro possibile. Non solo, rende il suo modello un elemento di motivazione e ispirazione per altre persone che si sentono coinvolte e impegnate per realizzarlo. Il leader è un folle che spende tempo ed energie per assistere e formare il suo team in vista di un obiettivo affascinante e coinvolgente, ma tutt'altro che certo e sicuro. Non tutti i leader hanno le stesse "visioni", ci sono leader sportivi, leader politici, leader religiosi, leader culturali e leader aziendali. Noi ci occupiamo di questi ultimi. Chiariamo subito che "visionario" non significa "sognatore". La follia di un leader aziendale è lucida e realistica. E' la proiezione di una meta lontana, ma con la scansione precisa delle priorità per raggiungerla e la corretta indicazione della direzione da seguire.
Un leader aziendale è concentrato sui punti di forza della sua organizzazione e utilizza strumenti razionali come "Le cinque forze di Porter". la PEST Analysis, l'USP (Unique Selling Proposition) Analysis, la Core Competence Analysis, la SWOT Analysis, ecc. Insomma, un leader è un folle, non un improvvisatore! E' un problem solver proattivo e rivolto al futuro ed è questo che lo evidenzia e lo stacca dalla massa. E' un ispiratore, un comunicatore che sa convincere con la forza delle motivazioni. Per fare tutto questo utilizza la Teoria dell'Aspettativa:
  1. L'aspettativa che il duro lavoro porta a ottimi risultati;
  2. L'aspettativa che gli ottimi risultati comportano premi e incentivi.
Ma perché un leader è credibile? Perché le persone gli riconoscono il potere della conoscenza e dell'esperienza. Un leader ha chiaro in mente l'obiettivo da raggiungere ed è in grado di misurare i  risultati parziali raggiunti dal suo team. Come? Con metodi come il Performance Management e i KPIs (Key Performance Indicators). Non perdiamo di vista ciò che abbiamo detto all'inizio, il leader è una persona disturbata. E' qualcuno che non ha un buon rapporto con la routine, anzi, ha sempre bisogno di sentirsi al centro di una sfida. Ma non è un vincitore solitario, è naturalmente portato al gioco di squadra. Vuole sentirsi "dentro" le cose che succedono e non vuole sentirsi escluso. Un esempio di approccio perfetto per un leader è il Management By Wandering Around (MBWA) una pratica non più nuovissima, ma efficacissima. Tutto qui? Niente affatto, un leader sa che la sua squadra necessita di costante supporto e formazione.
Lo sviluppo personale e quello del team sono passaggi irrinunciabili per un leader. Il suo prepotente narcisismo non è mai solo autocompiacimento, ma un mezzo per sedurre i suoi compagni di viaggio e per trasmettere contenuti e modalità operative. Esistono dei modelli che supportano i leader in questo compito, tra questi citiamo i Belbin's Team Roles e la Teoria di Bruce Tuckman (Forming, Storming, Norming and Performing). Un leader, un vero leader, tra i tanti disturbi mentali ha anche una perversa propensione al perfezionismo. E' un attento sollecitatore di feedback, per avere sempre la certezza che tutti stiano operando nella giusta direzione. Insomma, credo che ormai sia chiaro che con il termine "leader" troppo spesso si siano identificati dei modesti "capi", ma non degli autentici leader. Non è un caso che la "normalità" non rappresenti una dote da leader. A questo punto è legittimo domandarsi: leader si nasce o si diventa? La risposta è.......scusate, ma non ho più tempo, mi stanno riportando in manicomio!

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