giovedì 12 marzo 2015

La consulenza è più che dare consigli

Il titolo riprende un articolo del 1982 di Arthur N. Turner: “Consulting Is More Than Giving Advice – HBR”. Il riferimento è chiaro: è inutile che qualcuno (le aziende) paghi qualcun’altro (i consulenti) per farsi dare consigli spesso difficilmente implementabili. Quindi? Quindi, può essere utile ripartire dagli obiettivi che la consulenza deve porsi. Anzi, forse sarebbe ancora più interessante ridefinire cosa sia la consulenza. Intanto precisiamo che con la definizione “consulenza aziendale” non si indica nulla. Un commercialista, un lead auditor per certificazioni ISO e un rappresentante di prodotti di cancelleria si possono a buon diritto definire consulenti aziendali, pur facendo lavori completamente diversi. Qui parliamo di consulenza di direzione, ossia di quella consulenza che si occupa di aree quali:
  • Analisi della competitività
  • Strategia
  • Operations management
  • Risorse umane
  • Organizzazione.
Pur trattandosi di argomenti estremamente complessi e determinanti per il successo o per la semplice sopravvivenza dell’azienda, tutti si sentono intitolati ad occuparsene. La consulenza di direzione richiede un lungo tirocinio come top manager presso più di un’azienda e come consulente per diversi anni. È spiacevole dire che non basta essere ottimi manager, rimasti improvvisamente senza lavoro, per riciclarsi nella consulenza di direzione.  Allo stesso tempo, non è sufficiente aver lavorato per anni sempre e solo nella consulenza per conoscere le dinamiche aziendali più sottili e legate a diverse componenti, come quella politica, ad esempio. Le pressioni che derivano dalle gerarchie e dai rapporti storici interni alle aziende si comprendono solo se si sono vissute. Insomma, il Consulente di Direzione (maiuscolo) è un animale mitologico metà manager e metà consulente.
La definizione, p
erò, non è completa. Sì, perché qualcuno potrebbe dire che, per quanto bravissimo sia un consulente nel gestire le “cose” in generale, non può conoscere tutti i mercati, tutti i prodotti e tutti i servizi. Per rispondere alla più che giustificata obiezione, torniamo a quanto si diceva per la generica definizione di consulente aziendale; un commercialista, per quanto concerne le discipline fiscali, può tranquillamente seguire qualsiasi tipo di azienda. Lo stesso dicasi per il lead auditor e il rappresentante di cancelleria.  Ma che dire di un consulente di direzione? Come può essere d’aiuto in settori che, forse, non ha mai incontrato prima? Non solo, ma mentre in azienda può mancare un esperto in fiscalità o certificazioni ISO, si suppone che ci sia chi si occupa di strategia ed organizzazione. Quindi? Quindi si mette male. Mi sa che abbiamo sbagliato professione. O no? Cerchiamo di non perdere la calma e ripartiamo dalle obiezioni. Come fa un consulente a conoscere tutti i mercati? Semplice, non li conosce. Ricordiamoci che stiamo parlando di consulenza di direzione, non di consulenza commerciale.   E per quanto riguarda i prodotti? Come può conoscere tutti i prodotti? Semplice, ancora una volta, non li conosce. Deve conoscere i sistemi produttivi. E i servizi? Stesso discorso, deve avere competenza sulla gestione di aziende che propongono l’immateriale, non il singolo servizio. In altre parole, quando si cerca un direttore generale o un amministratore delegato, si può specificare “preferibilmente proveniente dal settore”, ma ciò che si cerca è una donna o un uomo che sappia gestire la complessità delle cose, sia nella loro manifestazione concreta, sia nella loro manifestazione simbolica dei numeri. Ed è per queste persone che il consulente di direzione lavora. L’errore è proporsi per problemi commerciali tipici del settore, per problemi di marketing operativo, per problemi tecnologici specifici. Questi sono ambiti per una consulenza diversa, di affiancamento al management interno. Il consulente di direzione è il consulente del top management. Ecco risolto il tema del consulente “tuttologo”.
Semplicemente, non esiste. Il consulente di direzione è uno specialista di alta direzione e deve avere tutte le competenze necessarie per poter svolgere quel tipo di consulenza. Deve maneggiare processi, dinamiche, numeri, strategie.  Deve essere una valida sponda per l’elaborazione di decisioni in situazioni complesse. Deve conoscere i criteri in base ai quali costruire un business plan, che è cosa tutt’altro che facile, con buona pace di tutti gli improvvisatori. Deve avere perfetta dimestichezza di tutte le dinamiche economiche e finanziarie. Deve avere una grande capacità analitica e una ancor più spiccata capacità di sintesi. Deve essere un direttore generale prestato ad altri direttori generali, con i quali deve parlare la stessa lingua. Chiarito il punto che i “tuttologi” non esistono, si torna al secondo interrogativo: ma in azienda non c’è già qualcuno che sappia fare quel lavoro? Se c’è già un direttore generale o un amministratore delegato operativo, a che serve pagare un consulente per fargli fare il loro lavoro?  
Risposta: non serve a nulla.
Tuttavia, un’azienda, per quanto modesta nelle dimensioni, ha sempre ritmi e pressioni superiori a quelli che può gestire. Conoscete qualcuno che non è sempre di fretta? Che non è sempre in ritardo? Che non è sempre indietro nelle decisioni, anche quelle urgenti? Che non dovrebbe iniziare quella determinata cosa, ma non ha mai il tempo? Che non ha mai il tempo per sviluppare quel progetto particolare? Provate ad immaginare che a dirvi tutto ciò sia il direttore generale di un’azienda, come giudichereste il futuro di quella stessa azienda? Se doveste scommettere dei soldi, li scommettereste su un’azienda il cui supremo boss dichiara di non riuscire a fare tutto? Magari aggiungendo che “per adesso” va bene così? Che fin quando il business tira, si va avanti e che agli eventuali problemi penseremo dopo? Ecco, dopo tanti interrogativi, la risposta alla seconda domanda: a che serve un consulente di direzione? Serve ad affiancare la direzione generale nella programmazione, organizzazione e gestione delle attività supplementari a quelle consuete. Sviluppo significa aumentare il proprio lavoro e la propria dedizione per la crescita, ma, se il quotidiano assorbe il 100% delle risorse della direzione generale, come facciamo? Ci affidiamo ad un consulente di direzione. E ricordiamoci sempre che: Consulting Is More Than Giving Advice!
 

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